Urban Vietcong – Storie Tra Bottiglie E Ciminiere

URBAN VIETCONG
“STORIE TRA BOTTIGLIE E CIMINIERE”
2018
CASSETTE

Second album from this up and coming streetpunk/oi/core band out of Livorno, Italy. These communist militants present nine songs full of rage against capitalist exploitation and fascism and about the struggle in the streets of a traditional working-class town.

A co-production with our friends and comrades from Dure Realitie.

REVIEWS

From Punk Online:

Hailing from Livorno, Italy, Urban Vietcong are a “Left-radical punk/oi/hardcore” band and have released a new album on Rebel Time Records. Storie Tra Bottiglie E Ciminiere is the sophomore release from the band and contains ten tracks full of energy, passion and rage as the self-described communists take on capitalism and fascism (now that’s what we like to see at punkonline.co.uk)

The album opens with a bass driven fifty-two seconds of spoken word (unfortunately, my Italian is not good enough to translate) and 6/1988 slowly builds and launches directly into the title track, Storie Tra Bottiglie E Ciminiere (stories between bottles and chimneys according to google translate) and this one features fast paced drums, angry and gritty lead vocals and soaring, scorching riffs with some sections of group vocals, a slower middle eight with big bass and ‘fists in the air’ “Oi, Oi, Oi” chant…great stuff!!!

Il Mio Paradiso Il Mio Inferno (My Heaven, My Hell) again features an excellent gravel-throated lead vocal, group backing vocals and a powerful, yet melodic backing with big bass runs, serrated riffs and runaway guitar solos that just add to the raw power on display…this is 2019 punk rock at it’s best! The intricate drum introduction to I Dannati Della Terra (The Damned Of The Earth) sets up a chunky street-punk rocker with some serious muscle and then Drunken Sailor a rambunctious rendition of the sea-shanty with accordions, banjos and, a Dropkick Murphys vibe.

The riffs that introduce Cantico Dei Condannati (Song Of The Condemned) help lay the foundation for a melodic and powerful punk rock track with hints of Cock Sparrer whereas Fastido E Aggregazione (Fastido And Aggregation???) is a much faster and aggressive track with skate-punk accelerated beats and segments of bass led, chunky singalong punk rock.

On Gli Invisibili (The Invisibles) Urban Vietcong lead in with a searing lick and produce a meaty punk rock song replete with Oi like choruses and stalking verses and this is followed with the penultimate song, Temprati Come L’aaciaio with a gritty vocal full of anger that explodes out of your speakers, enhanced with group back vocals and a big bass driven backing, with a military drum, plaintive guitar section setting up a pulsating finale!

This truly excellent punk rock album concludes with Uno Tres Uno Dos where a fun solo leads to an engaging riff, pounding beats and a fun sounding romp into fast paced Oi territory that is bound to be a crowd pleaser live.

From Razorcake:

Political punk from Italy performed in a mid-tempo pace of the street punk and oi variety. “Drunken Sailor” definitely has a Dropkick Murphys vibe. All the lyrics are in Italian and I know very little of it (“stronzo,” “cazzo,” and other bad words) with the exception of the aforementioned “Drunken Sailor” sung in English and “Uno. Dos. Uno. Tres.” in Spanish and is definitely anti-fascist and anti-cop. I’m down with that. Fans of the Czech label Pasazer will be into this. –Juan Espinosa (Rebel Time / Dure Realite)

From Bug Zine:

Una delle cose che rende gli Urban Vietcong un grandissimo gruppo è sicuramente l’entusiasmo con cui affrontano e vivono ogni contesto. Puoi trovare questi quattro ragazzi livornesi a suonare insieme a gruppi che hanno scritto la storia del punk, come puoi trovarli a suonare per una serata benefit dentro un centro sociale di provincia davanti a 20 persone ma sempre con la stessa carica che ormai li contraddistingue fin dalla nascita.

E se a questa carica uniamo una buona dose di tecnica e di creatività, ecco che viene fuori automaticamenteStorie tra bottiglie e ciminiere, secondo album della band labronica.

Dal punto di vista musicale, questo disco è sicuramente poliedrico, un disco che non si può racchiudere in uno specifico sottogenere del punk, ma che spazia continuamente da uno stile all’altro: riff melodici e accordi che sfiorano la ballad da pub uniti a brani tiratissimi e sonorità tipiche dell’oi!-core che si fondono con testi fortemente politicizzati che costituiscono sicuramente il “marchio di fabbrica” (per rimanere in temaworking class) del gruppo livornese.

Perchè si, Storie tra bottiglie e ciminiere è sicuramente anche un disco politico che affronta le più svariate tematiche: dal tema delle condizioni di sfruttamento vissute dai lavoratori (Storie tra bottiglie e ciminiere), al sentimento di amore/odio per la propria città (Il mio paradiso, il mio inferno), dalla vita all’interno delle carceri (Gli invisibili), alla Rivoluzione d’Ottobre (Temprati come l’acciaio), senza mai scadere nella banalità, ma anzi,mantenendo un’originalità che purtroppo è sempre più difficile trovare al giorno d’oggi quando si affrontano questi temi.

La tracklist, composta da 10 pezzi, vede al suo interno anche due featuring d’eccezione, Drunken Sailor, cover rivisitata del celebre canto marinaresco irlandese composta insieme ai pavesi Tullamore, e I Dannati della Terra, brano incentrato sulla lotta delle Black Panthers americane che vede la partecipazione del rapper calabrese Kento, il tutto introdotto da 6/1988, una bellissima “poesia in prosa” recitata con un marcato accento livornese che funge da vero e proprio manifesto politico del gruppo: “…di Germania ne preferivo solo una, quella più ad Est…”, giusto per intendersi.

Storie tra bottiglie e ciminiere è sicuramente un disco da avere, ma soprattutto da ascoltare attentamente. Perchè, di questi tempi bui, ogni singola traccia di questo album è un inno a chi continua a lottare quotidianamente contro le ingiustizie e perchè ci racconta di chi, in una piccola città portuale della Toscana, non piega la testa davanti agli oppressori.

From Punkadeka:

Gran ritorno dei livornesi Urban Vietcong, che dopo averci lanciato addosso litrate di adrenalina con “a colpi di machete” rilasciano con un (da me, ma credo da moltissimi kidz) attesissimo full lenght a dir poco strepitoso, dove alla solita carica combattente e viscerale hanno aggiunto una buona dose di tecnica che sicuramente arricchisce le 9 tracce.

Si comincia con un bel reading personale e con qualche citazione per poi sciogliere le briglie ed iniziare il ballo con la tiratissima title track, il loro punk stradaiolo è un bel matrimonio tra storie di vita quotidiana, lotta genuina e poesia da bancone, ed è indissolubilmente legato alla loro città, la voce di Bebe è un unghia sulla lavagna per chi non concorda con quello che sta ascoltando, con testi molto curati e scritti per dare fastidio, che non lasciano alcuna possibilità di interpretazione, zero giri di parole e sberle dirette in faccia. “La lotta di classe è in cassa integrazione”, “Come Nanni siamo invisibili, la solidarietà ci rende invincibili, no non si può fermare il vento, degli oppressori saremo tormento”,  sono solo due piccoli esempi di un songwriting molto ricco, volutamente diretto e pesante come un macigno; album musicalmente vario con al suo interno diverse sfaccettature di punk e OI!, fino ad arrivare a dei pezzi melodici un po fuori dalle loro corde, ma a mio avviso usciti benissimo, “Invisibili” è un graffio sul cuore e “Cantico del condannato” è destinato a diventare un vero anthem da cantare abbracciati sotto al palco, con quel ritornello…ma ovviamente la grinta la fa da padrone e le sfuriate urlate in “temprati come l’acciaio” e “fastidio e aggregazione” ne sono un esempio. Ed aggiungiamoci pure la bella rivisitazione di “drunken sailor” con i Tullamore ed i loro strumenti tradizionali irlandesi, e la fantastica ” i dannati della terra”, con una parte Rap con Kento alla voce, uno dei pezzi migliori.

Come detto un arrangiamento sopra le righe, dai riff di scuola “Propagandhiana” ad una sezione ritmica che non sbaglia un fendente, due macchine, precisi e veloci quando serve, ogni membro ha messo il suo mattoncino di “competenza” dando vita ad un sound pieno e molto apprezzabile anche per i palati più fini, rendendo il disco molto piacevole da ascoltare ed immediato nella comprensione.

Grafica molto bella, che in copertina rappresenta le tracce del disco, all’interno presenti i testi; registrato, mixato e masterizzato da Tommaso Bandecchi presso l’Ice Factory Production, prodotto da Out Of Control, Rumagna Sgroza, Rebel Time e Fire and Flame.
Ospiti nel disco, oltre ai già citati Kento e Tullamore, anche “Gatto” dei 57100 Punk Labronico e Giulio dei 7years/One Night Stand.

From Underdog Zine:

Urban Vietcongs musikalische Geschichten zwischen Flaschen und Schornsteinen erzählen vom Klassenkampf, Eigenverantwortung, Revolution, (Anti)Rassismus.

Solidarität für die Verurteilten, die Ausgestoßenen, die keine Träume und Hoffnung auf Verbesserung haben, keine Antworten bekommen und keine Kraft mehr haben, Fragen zu stellen. “Es ist immer ein Spiel mit dem Schicksal zwischen Narben und Knochenbrüchen!” Hart arbeiten im Schweiße deines Angesichts für ein gutes Leben für Alle. Abends ein Whiskey in der Kneipe, bis die Sonne uns umarmt, Lieder singen, die das Herz erwärmen. In Zeiten, wo Aussehen wichtiger ist, wo Schönheitsideale mehr zählen als Zugehörigkeitsgefühl und Rebellion, verlassen URBAN VIETCONG die Herde und die Komfortzone und teilen uns ihre Gründe mit, warum es sich lohnt, nicht aufzuhören, von der Revolution zu träumen, die gesprühten Sprüche an den Wänden und Fassaden wahr werden zu lassen oder zumindest alles dafür zu tun, sich zu organisieren, reflektieren und Ärger und Aggregation zu verursachen. Kräftig kollektive “Hey Hey”-Rufe als Ansporn für Widerstand, melodisch-raue Strukturen als Sound für die Straße, den Grauschleier, der Kneipe und Betonwüsten verhüllt, zu lüften und mit Verstand und Solidarität ein Gefühl der Unbesiegbarkeit gegen die UnterdrückerInnen zu verleihen. Klare Worte und ruppig-melodischer OI!, einfache Lieder und Hymnen gegen Staat und Repression, die antreiben, motivieren und jenseits des Kapitalismus, Faschismus und Rassismus die Verhältnisse wieder gerade rücken.

From RadioPunk.It:

I’ve finally get my paws on Urban Vietcong new album, “Storie Tra Bottiglie e Ciminiere” from Livorno. I didn’t even have time to take out the 12” that the cd fell down. I lash out. But at least I find out that there’s also the CD inside the package. And it is good given that it will accompany me on road trips. But let’s proceed with order… The Urban Vietcong are at their second work, considering that in 2016 the album that made me know them came out, or else “A Colpi di Machete”. Announced on our site by a very iconic video, this album came out thanks to Out Of Control, Fire and Flames, Rebel Time and Rumagna Sgroza.

Talking about the musical aspect, it starts with a spoken intro and the music was in secondary aspect “6/1988”, after that the album is a succession of street punk with politicized lyrics as we like.The riffs are melodic at the right amount and cutesy at all alternating with splendid bass lines and a drum always fits. Sweating rebellion, songs sang by Bebe are ready to be scream out loud under the stage.

There’s even space for great collaborations in “Storie tra bottiglie e ciminiere”: in fact the Urban Vietcong are accompanied by Kento in “I Dannati Della Terra” and Tullamore in “Drunken Sailor”.It’s hard to find the best song, thanks to the album’s uniformity as it is the classic album to listen down the hatch, but thanks especially to the band’s great invention, which was capable of mixing a not really innovative genre such as street punk, with various punk rock/hardcore influences.But after a few listening, I want to mention the great “Fastidio e Aggregazione”, lyrics are wonderful, shocking music.

C’mon, you got it, I fell in love with “Storie Tra Bottiglie e Ciminiere”, in fact while I put it on paper, I’m listening it in loop again. Buy it the vinyl if you can, it is splashed red, it is chic.That’s said, Urban Vietcong…Chapeau!

Rating: 8

From OjoXOjo, No. 2:

Se trata de la segunda producción de los mili- tantes comunistas de Livorno, Italia. Street- punk / Oi-Core potente y de combate. A nivel del sonido, Urban Vietcong se rifan con temas que te harán recordar a Brigada Flores Magon (con unos toques metaleros que me hicieron pensar en Trust, otra banda francesa), a las más recientes producciones de Opcio K95, a Colonna Infame Skinhead e incluso a Dropc- kick Murphys en la rola Drunken Sailor… In- fluencia sí, copia no: estos vatos le ponen su toque para hacer de cada rola una bala roja con el sello de la casa. Y si la música está buena, las letras son mejores: 9 rolas contra el capitalismo y el fascismo y a favor de la clase obrera. ¡Siamo tutti Vietcong!

From: Revolutions Per Minute

Urban Vietcong hail from Livorno, Italy and describe themselves as streetpunk/oi/core and this is fitting.The songs have that unmistakable classic oi! sound with a heavier edge added in to finish off a great sound. I was first drawn to this album by the artwork, which I now see as a storyboard depiction for each song excluding the intro track. Urban Vietcong pump out great songs that had me tapping my foot and bopping my head the entire time. The songs almost entirely sang in Italian tell stories of working class struggles, the love/hate relationship with home, mistreatment of black people in america and the spirit of the black panthers, wasting your life away in factories, and in my favourite track “Uno.Tres.Uno.Dos” (1.3.1.2) sang in Spanish, tells the story of state repression under the Franco regime in Spain. All in all this is a solid record and only their second release, so I am excited to hear what they come out with next and I would love to hear this live someday.
4/5